Quasi tutte le malattie che possono interessare gli uccelli di una gabbia o di una voliera hanno purtroppo spesso una sola origine: l’alimentazione non corretta. Una muta irregolare, il piumaggio chiazzato stranamente di bianco o di giallo, alcuni disturbi degli occhi: questi e altri frequenti inconvenienti sono imputabili ad una dieta insufficiente o non equilibrata.
Tutti gli uccelli, in natura, trovano una grande varietà di cose di cui alimentarsi, per quanto ciascuna specie abbia un ben preciso regime; ora ci si chiede se è possibile, in cattività, fornir loro una scelta altrettanto ampia. E’ chiaro che per affrontare il problema della dieta, nel caso degli uccelli da gabbia, è indispensabile conoscere qualcosa della fisiologia del loro apparato digerente e la funzione di ogni componente del regime dietetico. Una domanda che, per esempio, è spesso posta dai principianti ornitofili, riguarda il modo di migliorare il piumaggio degli uccelli. Ebbene, anche a questo proposito, tutto diviene chiaro quando si sappia che la vitamina B attiva la crescita delle piume e delle penne; e la vitamina B si può addizionare al cibo in maniera diversa.
La maggior parte degli uccelli da gabbia rientra nella categoria dei granivori: tali infatti sono i pappagallini ondulati, molti pappagalli, i canarini, i fringillidi, i ploceidi e così via. In cattività, i semi secchi sono la base del loro regime dietetico; in natura, a dire il vero, i granivori, consumano sì dei semi, ma questi o sono verdi oppure sono in germinazione, quasi mai invece allo stato secco. I semi secchi sono fortemente carenti di vitamine A e D; al contrario quelli freschi sono ricchi di tutte queste vitamine. Per ovviare a questa pericolosa carenza esistono due vie: dare verdura fresca o frutta, quando naturalmente gli uccelli la gradiscono, e completare la preparazione con preparati polivitamici.